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LA CASA DEL POPOLO DI BUCAREST È ISPIRATA AL PALAZZO POTALA IN TIBET (2)

ARCHITETTURA UTOPICA SECONDO UN MODELLO ANTROPOLOGICO

IL TEMPIO DELLA CONOSCENZA - UNIVERSALION

IL LUOGO DELLE ORIGINI - LA TERRA DEL DRAGONE

AUTORE VASILE DROJ UNIVERSOLOGO
Questo articolo come tutti gli altri del sito Universology.com è assolutamente originale.

  PERCHÉ LA CASA DEL POPOLO DI BUCAREST È COSÌ GRANDE? CHE MISTERO NASCONDE?  

   Questa domanda, diventata leitmotiv, ci ha perseguitato e intrigato lungo tutto il percorso del primo articolo e ci siamo resi conto che l’imponente grandezza dell’edificio deriva dall’importanza attribuitagli e dalla missione conferitagli. Tutto questo per più di trenta anni è rimasto un mistero assoluto. È arrivata l’ora di svelare il segreto.

   Nel primo articolo si è dimostrato che la costruzione dell’enorme edificio “Casa del Popolo” di Bucarest non fu il frutto esclusivo della megalomania di Ceausescu ma di tutt'altre ragioni alcune ovvie, visibili o deducibili, altre Casa del Popolo Bucarestsegrete anzi troppo segrete, rimaste così finora. Nell'’Epoca d'Oro’ com'era chiamato dal regime il periodo precedente alla Rivoluzione del 1989, tutte le risorse erano riservate quasi esclusivamente all’economia, all’industria, alle costruzioni e poco alla popolazione. Persino i treni che trasportavano merci avevano priorità su quelli che trasportavano persone. Con tutta questa sbornia costruttiva scarseggiavano, però le opere pubbliche e la costruzione dell’enorme complesso architettonico nel centro di Bucarest voleva probabilmente riempire questo vuoto con un genere di “una tantum”.

   La tanto invocata megalomania costruttiva del dittatore era inusuale all’epoca. Di regola le costruzioni ciclopiche erano l’appannaggio dei tempi antichi, quando si erigevano mastodonti architettonici per depositare segreti di enorme importanza come le piramidi. Il gigantismo in un’istallazione produttiva di oggi può anche andare poiché più e grande più produce, però in una costruzione pubblica dove importa la qualità e non il gigantismo dove è il guadagno? Che si voleva mettere e far operare o produrre in quello spazio di smisurata grandezza? È ovvio che all’infuori dell’impressionare con la sua imponenza non rimanesse altro che esprimere o dire qualcosa d’interessante, ma che cosa e a che causa serviva? Ebbene, questo è sfuggito a tutti. È tempo di svelarlo.

  L'INIZIO DELLA LEGGENDA

   La genesi ideo concettuale che portò alla plasmazione del Progetto “Casa del Popolo e del suo complesso architettonico”, iniziò molti anni prima della progettazione ufficiale e del posizionamento della prima pietra alle sue fondamenta. Una serie di elementi del tutto particolari come alcune profezie, e prove che la Zona Carpatica e dintorni fu la culla della civiltà, oppure la circolazione sommersa e creativa di straordinari progetti architettonici con altrettante proposte utopiche, costituì l’humus, e gli ingredienti per innescare i lavori della faraonica impresa. D'altronde un vago presentimento che questa opera architettonica sia destinata a dire e risolvere “qualcosa di grande” ce l’hanno in molti che lo guardano e percorrono i suoi interni. E chi sa che la soluzione del Nodo Gordiano delle complicazioni del confuso mondo attuale non debba partire proprio da qui.  

   LE PROFEZIE. Alla fine degli anni ’60 in Romania circolavano sottomano alcuni scritti dattilografati riguardanti alcune profezie legate al futuro destino del popolo romeno e del mondo. Erano le profezie fatte da alcuni veggenti stranieri come l’italiano Padre Pio, l’indiano Sundar Sing, etc. Tutti affermavano all'incirca la stessa cosa, cioè che sarebbero venuti tempi difficili per l’Umanità, con sconvolgimenti e conflitti, ma la Romania sarebbe diventata un luogo di pace riservato, scelto dal Destino o da Dio come centro di una rivoluzione spirituale senza precedenti, diventando un centro di orientamento spirituale, una ”Nuova Gerusalemme dei Popoli”. In altre parole un luogo della “Conoscenza Universale” congiunto al “luogo delle origini” dove iniziò Babele. Motivo per essere indicato come “laboratorio” della “Nuova Sintesi Universale”, importantissimo nel destino di tutti i popoli.

   Di sicuro simili profezie influenzarono il progetto della Casa del Popolo, ed è ovvio che la grandezza e l’imponenza della costruzione doveva essere commisurata a tale visione futura. In tal contesto valeva la pena e nessun sacrificio era di troppo. Se il faraone Cheope costruì la grande piramide in ventisei anni, e secondo la leggenda prostituì persino propria figlia per racimolare i fondi necessari a finire l’opera, la Casa del Popolo che è del 2% più corposa della piramide di Cheope, senza tener conto anche dell’enorme complesso adiacente, fu realizzata in appena sette anni. Non solo ma la nuova costruzione di Bucarest che si vede anche dalla Luna aveva il compito secondo ragioni misteriose del Destino di rivelare a suo tempo, proprio il segreto della stessa piramide di Cheope.

  IL MODELLO PRIMIGENIO

   Nello stesso periodo degli anni ’70, nell’”ambiente incuriosito” circolavano sottomano i piani utopici di una monumentale costruzione architettonica che doveva rappresentare il corpo umano come modello per una perfetta “Repubblica platonica dei Saggi”, tradotta in pietra. La Casa del Popolo avrebbe dovuto rappresentare la testa, il lungo viale che da essa si snodava la colonna vertebrale, mentre le piazze e le rotonde di quest’asse erano i corrispettivi dei cosiddetti chakra di energia. Quei progetti descrivevano proprio la forma del complesso architettonico costruito alcuni anni più tardi. L’autore, un artista e filosofo eccentrico, presentò la sua idea a varie personalità e istituzioni per di più alla facoltà di architettura di Bucarest "Ion Mincu". Per allargare e perfezionare il concetto egli progettò anche due monumenti da costruire davanti e dietro la Casa del Popolo. L’artista-filosofo presentò i due progetti anche alla Biennale Mondiale di Architettura “INTERARCH87” a Sofia, Bulgaria, nel 1987, dove furono considerati una nuova “religione architettonica”.

   IL LUOGO DELLE ORIGINI

   Un altro elemento che di sicuro contribuì sia alla costruzione quanto all’imponenza dell’Opera architettonica fu l'eco delle tante ricerche autoctone e specialmente di molti ricercatori stranieri che consideravano la Zona Carpato-Danubiano-pontica, il grembo in cui si forgiò la civiltà.

   A questo proposito l’artista-pensatore che a quel tempo lavorava alla fusione dei miti e delle conoscenze antiche in una nuova visione si accorse della prevalenza del motivo della “montagna” presente in tutte le grandi fondazioni di stati, religioni e filosofie che immedesimarono il rispettivo modello nelle costruzioni di piramidi, templi, obelischi e menhir. Il più remoto era l’archetipo del “monte razzato”, sulla cui cima piatta si officiavano i sacrifici dedicati agli Dei. In paragone nient’altro che l’idea dell’’Altare” di cui il Monte Bucegi con la sua piana era il corrispettivo. Perciò egli concepì l’edificio da costruire piatto sopra dove c’era da mettere, con il tempo, altre “cose” come il Pensatore di Hamangia materiale o in ologramma, nonché una piramide trasparente o almeno espressa solo dagli spigoli (modello Cheope e in scala). Non solo ma la forma dell’edificio doveva simbolizzare il podio dei vincitori dei giochi olimpici esprimendo il Merito e la Geniocrazia di cui all’epoca egli parlò molto proponendole alla base di una nuova forma di governo dopo la rivoluzione del 1989*. Attraverso il podio (tri-podio), che è una tribuna in miniatura, si alludeva all’antica formula: Tribuna-Tribuni-Tribunale nient’altro che l’archetipo che funse da base a tutte le strutture tribali diventate poi fondazioni statali consolidate (vedi Utopia Concreta – Lo Stato Ramanico).

   IL TIBET, L'IMPRONTA DELL'ORIENTE
   IL MODELLO DELLA CASA DEL POPOLO ISPIRATO DAL PALAZZO POTALA DI LHASA

   All’’epoca curiosa” l’eclettico artista pensatore studiava la cultura e la filosofia dell’Oriente, specialmente quella di India, Cina e Tibet. Fu il Tibet con la sua capitale Lhasa e specialmente il Palazzo Potala a influire la sua immaginazione per la trasposizione in progetto poiché il rispettivo palazzo era anch'esso concepito secondo il modello del podio “tri-podio” o della tribuna. C’era l’approccio ideale per mettere le basi del progetto della repubblica platonica meritocratica, geniocratica ma anche spiritocratica, in questo caso. Il modello del podio (tripodico) traspare visibilmente qui. E guardate la grande sorpresa: la Casa del Popolo e il Palazzo Potala del Tibet sono estremamente simili. Il modello podio è presente in tutti e due. Poiché il palazzo Potala è stato eretto su un’altura rocciosa ha dovuto seguire le impronte del terreno e perciò contiene piccole deformazioni o diramazioni ma se fosse costruito su un terreno piatto di sicuro avrebbe seguito la classica forma della Casa del Popolo in cui l’archetipo e più puro, anzi purissimo.

   La strabiliante somiglianza tra la Casa del Popolo di Bucarest e il Palazzo Potala di Lhasa è evidente e le similitudini sono molte. Le due costruzioni furono erette su delle alture, il Palazzo Potala su una roccia abbastanza alta mentre la Casa del Popolo fu alzata su un’altura artificiale ben visibile, almeno nella parte frontale. L’alzamento indicherebbe il richiamo alla montagna, quell’antico desiderio di arrivare su in Alto, sull’Altare, là dove si compie il sacrificio dell’Opera.

   Un altro dato che accomuna i due edifici sono le vie di accesso. Sia la Casa del Popolo, sia il Palazzo Potala hanno queste vie situate davanti e in zig-zag. Nel vecchio progetto le vie diagonali davanti all’edificio romeno esistevano assieme alla via centrale ma oggi sono state rimpiazzate con linee orizzontali e parallele. Il palazzo tibetano fu costruito nella metà del sedicesimo secolo perciò sarebbe l’attuale l’edificio romeno a prendere spunti da quello orientale. A Bucarest l’altura è piccola e la linea di accesso diretto al Palazzo è del tutto naturale e fu mantenuta in principio nel progetto originale aggiungendo due diagonali zig-zag-anti proprio per ricordare le scalinate di Lhasa in Tibet o comunque la pendenza che si usa nelle montagne, allusione ai monti Bucegi. Lo zig-zag-are incrociato ricorda anche le due correnti energetiche Ida e Pingala che accompagnano l’asse di Shusumna, nella colona vertebrale, che prima di entrare nella cittadella del cervello Sahasrara o la Casa del Popolo, s’incrociano davanti al grande Edificio.

   AXIS MUNDI - MONTE MERU
   LA COLONNA VERTEBRALE DEL COMPLESSO DELLA CASA DEL POPOLO

Axis Mundi   La straordinaria Casa del Popolo è piena di misteri, tanto da dar filo da torcere ai ricercatori per molti anni a venire. Sarebbero però i concetti filosofici incisi nella pietra a dare lustro alla colossale costruzione assieme al suo complesso architettonico. L’enorme Casa è soltanto la punta di un iceberg architettonico esteso per chilometri e chilometri. Come detto in precedenza il Complesso architettonico di Bucarest imita il corpo umano. Il capo è espresso dalla Casa del Popolo mentre la colonna vertebrale è immedesimata dal lungo asse, interi chilometri di un viale (il nidolo) fiancheggiato dalle costruzioni laterali (le vertebre).

   Il lungo viale e costellato da piazzette e rotondi (attorno a sette), che avrebbe un significato simbolico quello di rappresentare i così detti chakra, centri energetici sottili del corpo umano. In paragone al principio antroposofico dell’Oriente quello di rappresentare il corpo dell’uomo come un’asse vitale costellata da sette centri chakra con in alto il centro supremo, il cervello, così analogicamente fu costruito anche il complesso architettonico dove l’asse, ossia la colona vertebrale è rappresentata dal lungo viale, i centri chakra dalle piazze e il centro supremo Sahasrara dal Palazzo Casa del Popolo. I due serpenti energetici, Ida e Pingala, che secondo la dottrina Yoga s’incrociano continuamente.

   Ai primi tempi “curiosi” circolò anche il progetto di una variante “concentrica” espressa da costruzioni circolari intorno alla Casa del Popolo*, simile alla capitale di Atlantide ma non fu preso in considerazione. Si rinunciò proseguendo in compenso con l’allargamento dello spazio vuoto intorno all’Edificio in tal modo che in una seconda fase poter inserire altre costruzioni di elevata portanza e importanza culturale, religiosa, sapienziale e spirituale. Ora dietro il palazzo è in costruzione un’enorme cattedrale intitolata “Cattedrale della Salvezza della Nazione”, in romeno “Catedrala Mintuirii Neamului”. La variante detta “concentrica” prevedeva che una parte delle costruzioni oggi disposte lungo il viale chilometrico si distribuisse in cerchi concentrici attorno alla Casa del Popolo. La presenza in vicinanza del fiume Dimbovita che tagliava i rispettivi cerchi concentrici delle costruzioni e l’enorme grandezza e pesantezza degli edifici ammassati fece rinunciare alla concentricità. D’altronde la Casa del Popolo da sola è il più pesante edificio del mondo e non a caso si affonda nel terreno ogni anno.

   Il principio della concentricità architettonica doveva riproporre il modello della capitale di Atlantide (vedi Atlantide nel Mar Nero). Attraverso lo stesso fiume si doveva arrivare all’Edificio con il battello arrivando dal Danubio, Mar Nero, Mediterraneo e Oceani fino a Casa del Popolo giustamente chiamata “Casa dei Popoli”. Prima ma anche dopo la rivoluzione del 1989, l’eccentrico ideatore propose che dal vicino fiume Dimbovita si costruisse un piccolo canale per entrare con il battello direttamente nella Casa del Popolo*.

   LE ANTICHE RADICI COMUNI CARPAZI - TIBET, INDIA

   La strabiliante somiglianza tra la Casa del Popolo di Bucarest e il Palazzo Potala di Lhasa in Tibet non è casuale. Tra i due popoli c’è un antichissimo richiamo iniziato molte migliaia di anni fa con la conquista dell’India da parte degli Ariani venuti dall’Europa dei Carpazi. Nel tempo dell’eroe civilizzatore Rama i Ari di Ardeal, l’arco dei Carpati e d’intorni, migrarono con i loro carri arrivando in India. Molti echi dell’antica migrazione e conquista sono presenti nei poemi Ramayana e Mahabharata. Dal Nord India gli appassionati delle montagne Carpatiche delle loro origini, salendo le montagne Himalaya arrivarono a Lhasa in Tibet generando un nuovo insediamento o “petale” (vedi Potala) raggiunto al grande Lotto (lotus) di mille petali. Un genere di catena o corollario di città costruite e sparpagliate sul loro percorso migratorio.

Tibet - Romania   Il percorso migratorio dalla Romania all’India del nord seguì la stessa Via della Seta che arriva fino in Cina però questa volta fatta al contrario e percorsa molto, ma molto prima. L’antico sentiero si chiamava “Via Bicului” o “Via bocilor” perché era seminata di bocchi di pietre verticali (come i menhir) inseriti in bocchi cubici, a loro volta inseriti in buche della terra a distanze visibili per indicare la Via. Per individuare il percorso migliore furono scelti animali estremamente sensibili alla gravità che scelsero il percorso migliore che presentava la minore difficoltà di trasporto. Questa fu la prima l’autostrada tra Occidente e Oriente che persino Alessandro il Grande seguì ed ebbe enorme successo non tanto al capitolo trasporti quanto all’enorme gloria che trasudava ancora dopo miglia di anni. Perciò le popolazioni lo acclamarono come un Dio vivente. Alessandro il Grande fu percepito come una reincarnazione del brillante eroe civilizzatore Rama, partito anche lui dalle stesse latitudini, migliaia di anni prima.

   Tali antichi echi remoti sui valori universali arrivati in Tibet, sintetizzati nel modello “podio” “tri-podio” o “tribuna” furono poi utilizzati nella costruzione del Palazzo Potala di Lhasa. I costruttori volevano suggerire l’archetipo della montana razzata (Bucegi) quella delle origini pre babeliche. E questo è presente ancor oggi sulla bandiera tibetana, dove il monte è espresso da un triangolo che allude anche alla piramide. Due leoni rampanti ricordando lo stemma dei geto daci, dove due leoni poggiano le zane su una montagna triangolare. Interessante é anche il fatto che la bandiera tibetana ha gli stessi colori della bandiera romena: rosso, giallo e azzurro.

   LE MONTAGNE DEL DRAGONE

   Accanto alle concludenti prove che la zona dei Carpazi e dintorni fu il luogo dove iniziò la civiltà, riemerge da sintesi di frammenti di conoscenze ancestrali risultando il fato che qui fu la “Zona del Dragone”. L’era dei dragoni o draghi è immemore, proveniente dalla notte dei tempi quando i draghi vivevano assieme agli uomini e ai giganti in una civiltà molto avanzata. Non solo ma la catena stessa dei Carpazi ha la sagoma di un gigantesco dragone al cui centro sono i monti Buceggi. Da questa forma di dragone si perpetuò nel tempo lo stendardo dei geto daci che rappresentava un piccolo drago, espresso poi dalla testa di un lupo.

   Ora che vuol dire tutto questo? Semplicemente, che accanto alle radici comuni di molti popoli, qui nella Zona giace deposto un “tesoro” di conoscenze formidabili. Senza questo deposito ritrovato il mondo moderno non potrà andare avanti non sapendo “chi è, da dove, viene e dove va”. Sempre qui è resiede la “Conoscenza Universale” frammentata nel tempo in mille pezzi e che ora devono essere di nuovo ricomposti e messi insieme purché la “suprema scienza universale” diventi utile.  Fu per questo scopo concepito il “progetto primigenio”, quello ideale, ancor prima che iniziasse la progettazione concreta sulla tavola degli architetti e che fu messa la prima pietra alle fondamenta. Ecco spiegato perché la Casa del Popolo o dei Popoli è così grande ed ecco perché ha bisogno di un corpo per esprimersi immedesimato dal lungo Asse del Viale. La Super Conoscenza antropomorfizzata. Ora esposta l’ideazione generale non rimane che dimostrarla in dettagli e realizzare tutto ciò.

   IL VERO NOME DELLA CASA DEL POPOLO E DEL SUO COMPLESSO
   RAGIONI CHE RICHIEDONO UN NUOVO BATTESIMO

   Sia la Casa del Popolo, sia il Complesso adiacente deve avere un nome proprio adeguato particolare e distinguibile. E’ venuto il tempo a prepararsi all’inaugurazione e al battesimo del nuovo nome. L’attuale nome “Palazzo del Parlamento” è del tutto inadeguato e non dice niente. Nel mondo ci sono quasi 200 parlamenti, indistinguibili alla prima citazione senza la giunta della nazione appartenente. Persino la nomina “Casa del Popolo” non è poi tanto specifica esistendo al mondo altrettanti popoli quanti parlamenti. Per esempio la Casa Bianca americana e la Casa Rosada argentina sono più specifiche e distinguibili. Di sicuro il plurale “Casa dei Popoli” sarebbe più indicativo ma a tale allargamento occorre aver progetti su misura. E i progetti con i loro contenuti ci sono.

   L’architetto Anca Petrescu che realizzò il progetto, la Casa del Popolo, disse che s’ispirò al Palazzo Versailles di Francia. Almeno le fontane artesiane presenti sul Viale le danno ragione. In questo caso il complesso architettonico si potrebbe chiamare “Universailles” con richiamo all’Universalità ché nel contesto non sarà soltanto illuminista ma Universale anzi “universologica”. In tale visione anche l’edificio Casa del Popolo si potrebbe chiamare “Universalion”.

   Ritornando al Luogo delle Origini, sul percorso del tempo si è appellato al monte santo dei getto-daci il Kogaion dove era il tempio della Saggezza perpetuata attraverso vari Decenei fino a Zalmoxis. Perciò uno dei nomi della Casa del Popolo potrebbe ben essere il “Nuovo Kogaion” (Kogaion = cognoscere variante “Kognaion”).

Segue

17.09.2016

 

Autore:
Vasile Droj

Fondatore Centro Universologico di Roma

www.universology.com email vasidro@tiscali.it

 

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