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IL "CUBITO AUREO"

 

SCOPERTE NUOVE FUNZIONI NEL CUBITO REALE EGIZIO

MISTERIOSE SEQUENZE NUMERICHE IMITANO LA SEZIONE AUREA

AUTORE VASILE DROJ

   Il famoso cubito reale degli antichi egizi nasconderebbe dietro le sue decimali il “vero cubito” sconosciuto oggi, derivato da una funzione matematica speciale simile al Numero della Sezione Aurea 1.618.. chiamato appunto “Cubito Aureo”. La radice quadrata di questo cubito genera un “cubitino”, valore eccezionale che, assieme sostengono e svelano l’operato concreto del sistema di misure egizio. La sua precisione è infinitesimale pronta per un tutt’altro genere di misurazioni oggi sconosciute.

  Il tempo nella civiltà umana corre velocemente cambiando alla lunga completamente i paesaggi reali, storici, sociali e della cognizione umana. Per i superstiti della seconda guerra mondiale gli eventi allora vissuti sono diventati già pallide ricostruzioni mentre per le generazioni più giovani non ce traccia di memoria reale di quei tempi se non immagini dei film, riviste o libri di scuola. Immaginatevi come si presentano allora i ricordi dalla prima guerra mondiale, dalla rivoluzione francese o dai tempi dei romani. Più si scende indietro sulla scala del tempo più le tracce si perdono fino alla totale scomparsa.
Se dalla fondazione di Roma fino ad oggi ce un’enormità di tempo altrettanto tempo si scende indietro nella notte dei tempi per arrivare agli albori della civiltà egizia. Cinque mila anni sono passati ed ancora piramidi, obelischi, templi e gigantesche statue sfidano il tempo. Le ciclopiche costruzioni restano ma la ragione della loro meta è quasi completamente scomparsa. Si fanno tante speculazioni possibili ma nessuno è entrato davvero nella loro crittata ragione.
  L’autore di queste righe ha trovato gran parte del sistema matematico geometrico utilizzato dagli egizi e dai loro predecessori sconosciuti, e questo anche nelle più sottili articolazioni già ben trenta anni fa. Non che la mummificata posizione accademica deve accettarla, però sottoporla all’esame della comunità scientifica rappresenterebbe un atto di buona volontà e saggezza. Dal grande bagaglio di sapere che l’autore detiene sulle scomparse conoscenze antiche specialmente sugli egizi ecco per l’inizio un piccolo assaggio che poi non è da poco. Si tratta del cubito reale egiziano su cui ce da dire che le cose stano molto differente da quello che la comunità dei egittologi sa.

IL CUBITO REALE EGIZIO UN NUOVO NUMERO D'ORO

   La civiltà emersa sulle rive del Nilo era per eccellenza se non in assoluto la più immersa in concreti lavori architettonici di qualunque genere dalle piramidi, obelischi, templi santuari fino a delle gigantesche statue. In tutti questi casi si sentiva il bisogno di un’unità di misura. Una delle più discusse misure fu il famoso cubito detto reale o sacro.
   Vasile Droj attente alla radice delle parole e d'altronde scopritore di un “codice linguistico ancestral universaleCubito Aureo fu sorpreso dal nome attribuito, quello di “cubito”. Primo che il valore di 52 centimetri attribuitoli non corrispondeva alla lunghezza reale dell’antebraccio; gomito - punta dito medio, che é attorno a 43 - 46 centimetri. Secondo, la parola cubito era troppo vicina alla parola cubo o al quadrato in generale. Ancor oggi l’espressioni “a quadrato” o “a cubo”, in matematica e geometria suggeriscono un valore moltiplicato di per sé. Per esempio se abbiamo il valore 2 il suo quadrato è 4 mentre quello cubico 8, e automaticamente pensiamo al valore iniziale di partenza il 2 ossia alla base di referenza.
   E‘ qui che scattò la mola e la domanda: e se il cubito storico non fosse il cubito ben conosciuto ma un altro valore a noi ignoto però non ai addetti ai lavori di quel tempo? Possibile che tutti fossimo ingannati per millenni? Ecco interessantissime prove in questo senso. Il cubito reale egiziano ben conosciuto è compresso tra i valori 0,522 m. e 0,523 m. Isaac Newton che si interessava della Grande Piramide lo calcolò al 0,5240 m. In parole più semplici, l’autentico cubito sarebbe compresso tra il valore di 52 centimetri e 2 millimetri ed un'altra di 52 centimetri e 3 millimetri cioè all’interno di un millimetro. E’ bene siamo vicini ma il valore coretto sta nell’ultimo millimetro, nelle sue suddivisioni decimali e partendo dal valore 0,5228….
    Se il cubito è in relazione al cubo o al quadrato basta fare la radice quadrata per trovare il valore iniziale di base. Ex: √5,228 = 2,286.. E qui che interviene il miracolo matematico. Guardando il risultato cioè il valore numerico ottenuto 2,286 si osserva con stupefazione che i decimali sono quasi gli stessi. Facendo poi la correzione dell’operazione per ambi due termini si arriva a qualcosa di impressionante. Le decimali si ripetono a vicenda e nella sessa ordine. Ecco il valore completo del nuovo “cubito”:

0,522866269246..m.

La radice quadrata del cubito è questa che ci lascia sbalorditi:

     5,22866269246.. =  2,2866269246..
      

      2,28662692462. =  5,228662692462..

   Incredibile: con l’eccezione della prima cifra 5, tutti i decimali dei due numeri operanti hanno non soltanto le stesse cifre ma anche l’ordine in sequenza identica. Come mai? E non dimenticare poi che il filotto dei decimali di questo numero sono migliaia, miliardi di miliardi se non infiniti. Ci troviamo davanti ad una straordinaria scoperta matematica ossia alla scoperta di una nuova formula numerica che nasconde una funzione matematica eccezionale che soltanto il Numero di Fibonacci detto il “Numero d’Oro” 1,61803398875..è capace di una simile performance. Ecco:

1,618033988752 = 2,61803398875..

   Fino alla recente scoperta fatta da Vasile Droj soltanto il Numero d’Oro aveva questa qualità e sappiamo quanto essa è importante per il mondo vivente partendo dalle conchiglie alla distribuzione dei rami sui alberi fino alle articolazioni dell’uomo. Arrivati a questo punto la grande domanda è: a che corrisponderebbe la funzione segreta appena scoperta e la formula numerica del “nuovo cubito”? E come mai gli egittologi e piramidologi non si sono  accorti?
   Prima di tutto si dovrebbe detronare il cubito classico 0,522.. che altro non è che una mascherata, un multiplo della vera base di partenza 2,2866269246..dm.. e poi inserire il valore coretto: 5,22866269246..dm. che in questo caso ha una precisione dell’ordine di migliaia di miliardi di decimale che vanno all’infinito. Da precisare che la corretta valutazione numerica che valorizza meglio la formula é espressa in decimetri e non in metri o centimetri. Rimane da capire se gli antichi egizi conoscevano questo valore cosi trascendente, poiché la storica misura di 0,522 m. del cubito storico é miracolosamente piazzata e centrata proprio su questo ordinatissimo filotto decimale soddisfacendo pienamente la magica formula numerica appena scoperta.

ALTRE RELAZIONI MATEMATICHE IMPORTANTI:

   A partire dalla prima sensazionale relazione, quella della radice quadrata del cubito che imita le virtù del numero della Sezione Aurea, escono in evidenza anche altre relazioni matematiche interessanti. Per esempio la strettissima vicinanza valorica tra la somma del cubito e la sua radice quadrata e la radice quadrata dello stesso cubito alla decimale superiore:

0,522866269246..+ 0,22866269246..= 0,7515289617

√0,522866269246.. = 0,72309492408..

   I due risultati sono molto vicini, tropo vicini per non destare curiosità. Come è stato detto prima, il vero “cubito” è quel ottenuto come estrazione di radice quadrata dal cubito reale storico ed è: 0,22866269246 m. utilizzato anche nella veste di 22,866269246 cm. Ma specialmente espresso in decimetri. Perche più piccolo esso è chiamato “cubetto” o “cubitino”. E’ bene il cubo di questo “cubetto” è molto interessante perché anche lui è molto vicino ad un valore di numero intero eccezionale.

2,2866269242 lato =  5,2286626924 superficie  =  3)11,956000891 volume

   Il prodotto ottenuto è vicinissimo al valore 12 che è il simbolo del volume completo. D’altronde il dodecaedro ossia il poliedro con 12 lati è la rappresentazione dell’Universo. Il cubo di 11,9560008918 dm3.. per completarsi al valore standard “12” o 12.000 cubi completi, avrebbe bisogno di soltanto 46 cubi piccolini. Praticamente un inezia come un piccolo sassolino accanto ad un blocco di 1,2 metri cubi. Questa virtù del “cubitino” di dare come prodotto finale al cubo (2,28662693463 = 11,956, arrotondato a 12) come quasi numero intero, era estremamente importante per gli egizi perché semplificava non soltanto i calcoli ma poteva essere tollerato senza che la costruzione eretta fosse messa in pericolo. Anzi il piccolo spazio mancante tra i blocchi di pietra delle piramidi si riempiva perfettamente e difficilmente si poteva inserire un ago.
   Un altro elemento che aiuta a arrotondare i decimali per arrivare al numero intero 12 è il fatto che dopo le prime tre decimali 956 seguono tre zeri facendo si che le seguenti decimali 0,……8918.. diventino piccolissime quasi la milionesima parte di un metro, praticamente inutilizzabili.

LE VIRTU' PRATICHE DEL CUBITINO
IL NUOVO CUBITO AUREO AL LAVORO

   Per meglio distinguere i tre valori numerici del cubito si potrebbero utilizzare i seguenti termini: cubitino (2,2866269246..), cubito (classico) (5,22866269246..), cubitone ( 11,9560008918..) quasi 12

   Il cubitino esprime la misura diretta della lunghezza cioè il lato mentre il cubito che è il suo quadrato rappresenta la superficie. Il cubitone in qualità di terza potenza rappresenta il volume cioè il cubo. I tre cubiti incorporano così le tre dimensioni dello spazio. E proprio qui interviene la grande scoperta fata migliaia di anni fa e riscoperta da Vasile Droj recentemente.
TricubitoEcco il segreto degli antichi egizi nascosto nel “cubito aureo”. Con il cubitino 2,2866260246.. si misurava le lunghezze in quanto moduli. Se si voleva ottenere la misura delle superficie espresse dai cubitini modulari lineari bastava trasporli in cubiti e il gioco era fatto senza cambiare neanche una decimale. Si vede come il cubitino lineare 2,2866269246.. che diventando quadrato come superficie, non cambia nessun decimale perché il cubito è identico in decimali. La superficie ha la formula l x l (lato moltiplicato per lato) ossia 2,2866269246.dm. x 2,2866269246dm..= 5,22866269246.dm.2
   E’ ben visibile che il valore numerico del lato 2,2866269246.. è sinonimo nella sua composizione e ordine decimale al valore della superficie 5,2286626246.. anche se differente della prima cifra del numero. Che vuole dire questo? Che qualunque complicata fosse l’operazione bastava spostare i stessi decimali da una parte ad altra. Questa operatività era valida per tutti i numeri. Per esempio se le unità di lunghezza erano tre e se si voleva sapere quanto misurano i loro quadrati di superficie bastava ripetere le stese decimali, un genere di “copia ed incolla”. Anzi neanche scriverli perché già presenti nella lunghezza. Ecco: 3 lunghezze modulare o tre cubitini messi accanto dano: 3 x 2,2866269246..dm. = 6,8598807738 dm. La superficie delle tre lunghezze da il valore 3 x 5,22866269246..dm. = 15,68598807738..dm2. Com’é ben visibile i decimali sottolineati sono gli stessi. Per gli antichi egizi bastavano fare una delle operazioni, la più semplice, per avere anche la seconda senza nessun sforzo. Con un solo sparo colpivano due lepre. Qui sta la grande genialità.
   La sorprendente ingegnosità del cubito e del cubitino e la loro diretta convertibilità non sta soltanto nella corrispondenza decimale e la semplicità delle operazioni ma anche nella totale precisione degli stessi decimali. Nelle costruzioni egizie specie nelle piramidi sono incastonate precisioni microniche impressionanti.
   Il nuovo “cubito aureo” ottenuto ha un valore universale che deriva dalla particolarità combinatoria del tutto speciale dei suoi decimali che realizzano la formula magica: “radice quadrata diretta ritorno al quadrato”. Perciò non importa tanto la grandezza quanto il rispetto dell’ordine decimale. Si può operare in qualunque graduazione della scala decimale ma la massima operatività e in base decimetrica.

LE SUPERFICI SPARSE E LA RETE DI HARTMAN

   Nella nostra civiltà odierna per semplificare le operazioni di calcolo delle superficie se rettangolari, moltiplichiamo i lati tra loro. Se nelle superficie appaiono vari spazi vuoti anche se rettangolari è difficile calcolarli per riempirli per il loro frattalismo. Per evitare questo gli antichi egizi hanno creato moduli ossia dei valori numerici d’ufficio come il cubitino e il cubito stabiliti a priori e standardizzati pronti per l’inserzione come le mattonelle che si mettono in bagno o sul pavimento.
   A volte si presentano delle superficie con vari vuoti rettangolari il cui calcolo chiede uno sforzo immenso o quasi impossibile se la rettangolarità dei lati interni non è assicurata in cubiti. Invece dove sono stati utilizzati i cubiti ossia la quadratura, basta calcolare quanti mancano per sapere immediatamente non soltanto l’area della superficie mancante ma anche la superficie coperta. Un genere di sistema standard A4, presente nell’editoria cartacea oppure nella containerizzazione odierna nel caso del cubitone. L’autore di queste righe ha scoperto indizi secondo quali 5.000 anni fa gli antichi egizi utilizzavano il sistema A4 come risulta pubblicato nel suo libro del 1995 “Il Codice di pensiero ancestral universale”.

IL SISTEMA METRICO DECIMALE

   Come si è visto il valore numerico del cubito egizio cade esattamente sulla formula numerica unica che mantiene inalterate l’ordine delle decimali dopo la loro moltiplicazione. Come si tratta di decimali è evidente che gli egizi conoscevano il sistema metrico decimale e proprio questo è uno dei maggiori segreti dei loro misteri.
   Accanto agli ordinari sistemi e unità di misure utilizzati sui campi del Nilo esistevano altri più segreti e misteriosi dedicati alle piramidi tra cui quel metrico decimale. Era conosciuto soltanto dai sacerdoti e i grandi architetti di piramidi e templi. Addirittura le tre piramidi di Giza ed altre sono costruite in base al sistema metrico decimale arrivandosi al punto che l’intero edificio piramidale non era altro che una oda, un inno, al sistema metrico decimale attraverso quale erano nascoste al loro interno i più grandi segreti matematici dell’Universo. Di questo non ce dubbio. L’autore Vasile Droj ha tutte le prove a partire già dagli anni “80.

Origine: 03.01.2003
Revisione: 08.02.2012

Vasile Droj
Ricercatore transdisciplinare del Centro Universologico di Roma

www.universology.com

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