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IL PIANO SEGRETO DEL FARAONE SNEFRU

Piramide romboidale di Snefru

LA PIRAMIDE ROMBOIDALE SIMULACRO DELLE NUOVE PIRAMIDI

LA DOPPIA PENDENZA E LA CONVERTIBILITA' PIRAMIDALE

AUTORE VASILE DROJ

     Una "matematica occulta" emerge inequivocabilmente dal doppio angolo di pendenza della piramide di Snefru: la "chiave perduta" dell’antico sapere degli architetti egizi traspare sempre più inquietante dall’analisi approfondita dei monumenti faraonici.

   Dieci anni fa il ricercatore Vasile Droj fece un’interessantissima scoperta riguardo al doppio angolo di pendenza della piramide romboidale di Snefru. L’articolo appariva sulla rivista “Archeomisteri” No. 4 dell’Agosto 2002, e poi sulla rivista “Mystero” No. 3 del 15 Novembre 2002. L’autore dimostrava che i due angoli di pendenza: 54°31’ e 43°21’ sono già in se e di per se stessi in decrescita proprio come i gradoni delle piramidi a gradoni. Il fulcro della scoperta consisteva nell’identificare il rispettivo ordinamento numerico con il filo delle 9 cifre operanti della matematica: 1, 2, 3, 4, 5, 6, 7, 8, 9. (appunto l’Enneade egizia). Droj dimostrava che i due angoli decrescenti della piramide di Snefru furono appositamente introdotti per suggerire il fondamento della nuova matematica che splenderà poi nella piramide di Cheope. Non fu nessun problema ingegneristico per l’audace angolo di partenza ma un preambolo annunciato di un’equazione straordinaria che rappresenterà il segreto supremo d’Egitto. Con l’avvento di Snefru inizia l’epoca delle piramidi lisce o concettuali. Come ricordo, sulla piana di Giza accanto alle piramidi classiche furono costruite anche due a gradoni per dimostrare il passaggio verso la “Grande Scala”.

piramide romboidale di Snefru   Tra le molte scienze che studiano il passato, una delle più complete è l’Egittologia. È una scienza relativamente giovane, appena due secoli, iniziata con la campagna di Napoleone in Egitto. Con l’evento della scoperta della stele di Rosetta il suo cammino divenne inarrestabile. Per il fatto che l’Egittologia in gran parte si è formata attraverso il lavoro archeologico, essa ha ereditato sia i vantaggi che i difetti professionali dell’archeologia: quello di scavare minuziosamente, stabilire il rapporto stratigrafico e l’ambientazione per ottenere la datazione del reperto e poi continuando con l’enumerazione catastale in vista della destinazione d’archivio o museale.
Raramente però si è fatto un lavoro di sintesi interdisciplinare per trovare le ragioni effettive di molti reperti, il loro scopo e fine ultimo. Per non parlare poi di una sintesi generale e universale che riunisca tutti gli elementi particolari per ricavare i concetti atti a far comprendere il sistema cardine della sapienza antica. Immaginatevi centinaia di migliaia di frammenti del tempio di Karnak riuniti con l’aiuto del computer per ridare l’antico splendore dell’edificio.
   Analogamente, se questo operato si fosse fatto sul sapere egizio, la nostra civiltà attuale avrebbe già da molto cambiato connotati e prospettive di sviluppo. Però un tale lavoro non si è stato effettuato perché impossibile da realizzarsi con il solo computer; esso richiede infatti anche l’intuizione ed il grande intelletto che soltanto il cervello umano in alcune condizioni potrebbe fornire. E poi come fare se finora, all’interno dell’Egittologia, proprio il più spettacolare dei campi di studio, quello delle piramidi, non riesce ad ottenere un riconoscimento come entità disciplinare specifica e autonoma (la piramidologia). Perché proprio nelle piramidi sta la chiave maggiore dei misteri egizi e non soltanto egizi, ma anche della intera protostoria umana.
   Personalmente sono certo che dietro il concetto (e anche nella concreta impalcatura fisica delle piramidi) si celi uno dei più importanti segreti della nostra civiltà. Questa affermazione non è la semplice eco delle recenti mode nate attorno a questi monumenti o dolciastro folclore frutto della "Egittomania" dilagante, bensì l’insieme di innumerevoli prove matematiche da me verificate.

IL MISTERO DELLA PIRAMIDE ROMBOIDALE DI SNEFRU

   Uno dei misteri che stimola molto gli egittologi di oggi è la doppia pendenza angolare della piramide di Snefru. Questa piramide si trova  copertina archeologiaa Dahshur Sud. Risale alla IV Dinastia, verso il 2615 a.C. circa. La base piramidale è di 187,96 metri e l’altezza di metri 97,38. La caratteristica essenziale di questa piramide è il brusco cambiamento dell’angolo ad un’altezza di metri 44,905 che si riduce di colpo conferendo al monumento l’aspetto di un rombo. Da qui l’appellativo di piramide romboidale.
   La piramide romboidale di Snefru è il primo passaggio dalle piramidi a gradoni (come quella di Zoser) a quelle geometriche. Gran parte degli egittologi ritengono che, per mancanza di precedenti esperienze, il passaggio a questa nuova forma piramidale creò ai costruttori seri problemi. Ciò in quanto l’angolo di pendenza iniziale di 54°31’ e dunque troppo audace, al punto da fare crollare parte della struttura. Per questo i costruttori ridussero l’angolo iniziale a un valore inferiore, di 43°21’. Questa è la teoria ufficiale che però potrebbe essere smentita da un’altra: e cioè il fatto che tale piramide romboidale rappresenta il passaggio dalle piramidi utilitarie (ovvero a gradoni) alle piramidi concettuali (ovvero geometriche anzi, geometriche "pure").
   La geometria di per se è l’applicazione pratica di concetti ossia la correlazione numerica di dati reali. Le nuove piramidi geometriche "pure" o "concettuali" sono caratterizzate da misure speciali che innescano calcoli matematici straordinari che, chi scrive ha scoperto già dal lontano 1984. Le piramidi concettuali sono le "piramidi del sapere" il cui coronamento viene raggiunto nella piramide di Cheope, seguita da quella di Kefren e dalla terza di Mikerinos quale suo secondo e ultimo "satellite". La piramide romboidale di Snefru apre la nuova strada del cambiamento e lo applica già dall’inizio e cioè dall’angolo di erezione di 54°31’, cambiandolo poi in 43°21’. Nel caso della piramide di Snefru il cambiamento ha un nome: "diminuzione". Potremmo dire diminuzione "graduale". Guardando infatti con attenzione i valori numerici in cifre dei due angoli si osserva con stupore che essi sono in diminuzione graduale: prima la cifra 5 poi la cifra 4 poi la 3 e poi 1 per il primo angolo, e così 4, poi 3, poi 2 ed infine 1 per il secondo angolo: 54°31’ -> 5, 4, 3, 1.. 43°21’ -> 4, 3, 2, 1...

DATI MATEMATICI INASPETTATI

   È ben visibile che i due angoli sono composti da cifre caratterizzate da una diminuzione scalare di numeri cardinali che si perpetua dai archeologia proibitagradi ai minuti primi e secondi. Per essere casuale questa combinazione numerica dovrebbe superare il rapporto 1/10.000 per il primo angolo e altrettanto nel caso del secondo angolo. La probabilità di ottenere casualmente i due angoli insieme è di 1/100.000.000. La conclusione è una sola: questi valori angolari così particolari (espressi in cifre) dei due angoli di pendenza della piramide di Snefru non sono certo dovuti al a caso, ma perché così "sapientemente" individuati dai costruttori. Per quale motivo e con quale fine? Semplice: i costruttori volevano certo attirare l’attenzione su questi valori numerici e sulle cifre loro riferite.
L’angolo 54°31’ è composto dalle cifre 5, 4, 3, 1, che possono sommare anche il valore decrescente 54321 ossia 54,321. Il secondo angolo 43°21’ diventa allora 43210 ossia 43,210. Ma così come la doppia pendenza angolare della piramide romboidale suggerisce una diminuzione, così l’operazione aritmetica da applicare nel caso diventa concettualmente la sottrazione. Ed ecco dunque che ne consegue: 54,321 - 43,210 = 11,111. E il valore ottenuto non è altro che l’espressione del rapporto 1/9 cioè 0,1111111111.. Questo valore, numerico ma anche "geometrico" nella sua linearità ripetitiva, è di importanza vitale per alcune piramidi. E moltiplicandolo per sé stesso otteniamo:
0,111111111... x 0,111111111... = 0,0123456789...
Ecco dunque che così siamo arrivati allo "stesso" valore di partenza; l’angolo di pendenza risulta però più perfetto essendo 54°32’10" e in questo caso è ordinato al contrario, ossia in ordine crescente (12345). Sommando i due valori si ottiene 66666 (54321 + 12345 = 66666) che non si riferisce certo al numero della Bestia dell’Apocalisse ma a qualcosa avente un valore non certo inferiore. Con l’erezione della piramide romboidale di Snefru, a Dahshur nel 2.615 a.C. inizia l’epoca delle piramidi geometriche "pure" o "ra-zionali" che incorporano in loro la somma di un sapere estremamente avanzato. All’apparenza sono una esteriore espressione di venerazione dedicata al sommo Dio Ra ma nel loro profondo esse custodiscono altresì la tecnica segreta della ra-gione universale, semanticamente riferita a tale Divinità.

   La piramide romboidale di Snefru è piena di sorprese. I due angoli della doppia pendenza, 54°31’ e 43°21’, nascondono ancora molti segreti e uno di questi sarebbe la stretta relazione numerica tra la somma dei due angoli e l’altezza in metri della piramide. L’altezza della piramide di Snefru e di metri 97,38. Essa è la somma di due articolo Vasili Drojaltezze, una che parte dalla base piramidale fino alla fine del primo angolo di pendenza e la seconda che continua dall’inizio del secondo angolo fino alla cima della piramide. La prima altezza, corrispondente all’angolo 54°31’, è di metri 44,905. La seconda altezza, corrispondente all’angolo di 43°21’, è di metri 52,475. Facendo la somma dei due angoli di pendenza si osserva con stupore che danno quasi lo stesso valore numerico della somma delle due altezze. Infatti:
   54°31’ + 43°21’ = 97°52’
   44,905m. + 52,475m. = 97,38m.

   Per incredibile che possa sembrare, il valore ottenuto è proprio l’altezza totale della piramide di Snefru. La minuscola differenza di pochi centimetri o minuti corrisponderebbe alle modificazioni del tempo prodotte nei 4500 anni passati e dovute all’assestamento dei blocchi di pietra o all’erosione del vento e della sabbia. La coerenza matematica delle addizioni qui fatte è evidente. I costruttori della piramide a doppia pendenza volevano evidentemente trasmettere attraverso i valori numerici dei concetti universali. Se gran parte delle lingue sono soggette a inevitabili modifiche nel corso del tempo, evidentemente i numeri e i loro rapporti non cambiano e non cambieranno mai fino alla fine dell’universo.
   In base a studi e ricerche approfondite e varie scoperte da me effettuate, posso affermare con cognizione di causa che i costruttori di piramidi dell’antico Egitto anche prima di Snefru (ma specialmente dopo di lui) utilizzarono una matematica inimmaginabile oggi. Non sapremo mai quanto ciò sia stato per i loro meriti e quanto abbia costituito una eredità di qualche grande civiltà anteriore. In tutte le mitologie e religioni il Dio supremo è autosufficiente a se stesso. Ebbene, in quella egiziana il Dio supremo Ra non può fare nulla senza la dea Maat che misura tutto. Come mai? Semplice! Perché Maat ha in sé il valore semantico del termine matematica. Un Dio che si rispetta non contraddice certo la matematica. Nessuno può costruire senza la matematica e la geometria.

VALORI MATEMATICI E SEMANTICI DELLA SCIENZA DELLE PIRAMIDI

   Con l’erezione delle piramidi geometriche "pure" inizia l’epoca delle piramidi "concettuali" in una sintesi suprema tra le tre quantificazioni di carattere universali: quelle numeriche, geometriche e anchesemantiche. L’Apoteosi si ha nell’Uovo Cosmico, che nella cosmogonia egizia corrisponde al disco di Ra, il grande Cerchio. La beffa storica per noi piramide romboidaleposteri consisterà nel fatto che per rifarsi all’”unità della conoscenza” non potremo utilizzare la leva semantica egizia ma quella greco-latina. Ed ecco perché "concetto" ovvero "concept(us)" si scompone semanticamente oggi in con+cept avente altresì la valenza con+caput cioè "con capo", ovvero "con intelligenza". Ma etimologicamente con evoca anche cono, la forma conica che è appunto propria delle piramidi. Quello è stato il primo concetto e dalla forma conica delle piramidi è in effetti iniziata la vera cono-scienza, la scienza del cono (e dunque delle piramidi). Solo tale scienza può risvegliare la conoscenza e poi la conscienza (coscienza).
   Nella parola "concetto" (con+cept) è inoltre semanticamente codificata l’essenza stessa dell’Egitto con il suo sapere dimenticato. Ricordiamo che con evoca infatti la forma conica della piramide e cept ha altresì in se la valenza semantica dello stesso nome "Aegyptus" (da cui deriva coptus, copto), denominazione del Paese. Ma cetp in quanto caput (capo) rappresenta anche la testa, nella piramide come nella Sfinge dal volto faraonico. La testa (vertice) nella piramide è perfettamente espressa dal vertice della società egizia, il sommo Faraone che costituiva la Divinità stessa sulla Terra. La piramide di Snefru contiene evidentemente molti misteri noti e altrettanti ignoti. E da quella piccola differenza tra i due angoli di pendenza della piramide si proietta su di noi un sapere occulto e inaspettato.

IL GRAN SUSSULTO – LA RIVELAZIONE

   Nell’evoluzione delle piramidi a gradoni che accompagnarono la storia d’Egitto, successe un fatto misterioso che cambiò il loro volto per sempre; da “gradonate” e grezze diventarono subito snelle e a faccia liscia pur geometrica. Che successe? Fu innescata una rivoluzione concettuale, matematico geometrica che L’Egitto conobbe soltanto tre volte: con l’Ermete Trismegisto, il passaggio alle piramidi geometriche – l’epoca Snefru e l’illuminazione monoteistica di Akhenaton.

  1. Ermete Trismegisto porta a un’epoca d’oro quando straordinarie conoscenze degli Dei incluse quelli sulle piramidi furono trasmesse agli umani grazie agli intermediari semidei come Ermete Trismegisto.
  2. L’Egitto evolse normalmente senza l’intervento degli Dei ma a un punto irumssero delle illuminazioni umane matematico geometriche e architettoniche folgoranti. Successe nel tempo del faraone Huni, Snefru e Cheope.
  3. La terza rivoluzione fu il ritrovamento del “sistema originario”, appunto il Principio Aton (+) che sradicò sotto Akhenaton il naturismo di Amon (M). Il nuovo anzi il più vecchio principio (“T”) maschile, spirituale, anche archiTettonico del “paTern” sostituì quello femminile (“M”) “Matern” di Amon. Nacque il mono Teismo di Akhenaton. Akh-en-aton = “Akh è in ATon”.

   Ritorniamo alle prime piramidi a gradoni. La loro costruzione impose conoscenze matematico geometriche superiori che alla lunga portarono i costruttori a delle trovate straordinarie che poi ogni faraone cercò di inserire nella sua piramide. In Egitto ogni piramide era differente dalle altre almeno nei parametri in quanto ognuna doveva incarnare un’equazione precisa. I gradoni delle piramidi erette verso il cielo dovevano essere 9 per esprimere l’Enneade degli 9 Dei che crearono l’Universo, ma i costruttori si fermarono al massimo 7 o 8 gradoni. Perché? Perché a questo livello dopo il settimo gradino appariva la prima falla nella perfezione numerica, della fila concreta delle nove cifre: 1, 2, 3, 4, 5, 6, 7, 8, 9., che rappresentavano anche i gradoni in salita della piramide. L’UNità “ATONica” (1) divisa per l’amministrazione “enneadica” degli Dei (9), cioè 1/9 = 0,1111111111111111…Ebbene gli egizi costatarono che questo rapporto, il più puro e perfetto, genera un prodotto imperfetto almeno nella sua linearità geometrica: 111111111111..x 111111111111111.. = 123456790123456790…Miracolo, mancava la cifra “8”. Perciò decisero di fermare la costruzione dei gradoni successivi al livello di quest’ anomalia, addirittura uno o due gradini prima. La soluzione per risolvere l’inaspettata imperfezione era una sola quella di passare alla perfezione ossia alla realizzazione delle piramidi perfette, quelle lisce.

   Ebbene a un punto successe qualcosa di straordinario, i costruttori cominciarono a individuare sempre più accuratamente la struttura matematico geometrica che governa l’Universo. Era nel tempo del faraone Huni suocero di Snefru che rimandò il progetto al suo successore. Snefru decise di attaccare il nodo del problema proprio dalla prima piramide la così detta romboidale o a doppia pendenza, che guarda caso, ha proprio le sequenze graduali 54°32’ e 43°21’. Snefru (o ancora Huni) trovò che la soma della “somma piramide” in assoluto è il prodotto 123456790…e perciò immortalò il passaggio incastonandolo nella doppia pendenza ufficializzando concettualmente la rottura con i l’era dei gradoni. Perciò la piramide Romboidale è l’ultima piramide che ha ancora doppie facce (2) mentre tutte le altre a venire avranno una sola e liscia. Con la piramide Rosa la prima pur geometrica dell’Egitto iniziò l’era di quelle lisce.
   Pochi si sono accorti che l’angolo superiore di pendenza di 43°21’ della piramide Romboidale è quasi uguale all’angolo basale della piramide Rosa che praticamente combaccia la sagoma dell’altra piramide. Sarebbe questo il mistero dell’angolo superiore di pendenza che prefigurava in anticipo il piano della prossima piramide Rosa oppure c’è qualcosa d’altro? Prima di svelare uno se non il più grande mistero dell’Egitto torniamo all’angolo basale della piramide Rosa. Dopo alcune difficoltà ingegneristiche a causa dell’audacia pendenza nella piramide Romboidale il faraone Snefru ebbe un’idea geniale di una semplicità assoluta. Per realizzare senza sorprese la prima piramide liscia della storia doveva seguire la gravità cioè costruire un angolo di pendenza naturale identico a quello delle dune nel deserto, oppure alla forma conica della sabbia in caduta libera nella clessidra. E veramente la sabbia che scorge dal pugno della mano crea una forma conica che ha lo stesso angolo della piramide Rosa leggermente sotto i 45° attorno ai 43°. In una parola la piramide Rosa fu concepita e costruita imitando la caduta libera della sabbia riproducendo l’angolo del suo deposito come nella clessidra. Geniale! Sicurezza100%.

LA PIRAMIDE ROMBOIDALE LA CHIAVE SEGRETA DI TUTTE LE PIRAMIDI D’EGITTO.

   Snefru decise di inserire nella piramide romboidale (attraverso il gioco delle due pendenze 54°32’ e 43°21°) non soltanto l’archetipo della piramide Rosa ma anche quello di della piramide Cheope. Tre piramidi in una. Cheope, il figlio di Snefru doveva continuare il piano e far nascere la terza piramide la più perfetta che il suo padre simulò all’interno di quella romboidale. Doveva essere la più perfetta mai ideata, contenente conoscenze impressionanti anche per i nostri tempi. Si concludeva l’epoca delle ricerche matematico geometriche con la realizzazione architettonica concreta di realtà impressionanti tra cui la scoperta del “sistema numerico universale” e la sua trasposizione in un altrettanto universale “sistema di misure”. Nel frattempo furono risolti quasi tutti i problemi geometrici adiacenti. Il progetto era così immenso che alla sua realizzazione dovettero partecipare lungo il tempo, i figli dei figli dei figli dei faraoni, ossia Cheope, Chefren e Micerino. Così nacque il più grande progetto che l’Umanità abbia mai concepito, il complesso architettonico di Giza.

(nel prossimo futuro sarà pubblicato il mistero definitivo della piramide romboidale e poi svelato il super progetto iniziato dal faraone Snefru).

23.03.2002
24.08.2012

Vasile Droj
Ricercatore transdisciplinare del Centro Universologico di Roma

www.universology.com email vasidro@tiscali.it

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