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S c o p e r t o    i l    v e r o    C o d i c e    D a    V i n c i

MONNA LISA UNA “CATTEDRALE GEOMETRICA”

L’ARTEMATICA E LA CRIPTOGEOMETRIA

I CRIPTOGEOGRAMMI DA VINCI

Autore: VASILE DROJ

 

Estratto dal libro di Vasile Droj “Codice Universale –Sottocodice Da Vinci” (Edizioni Universologia 2008)

 

Chiarimenti.

Dan Brown nel suo libro “Codice da Vinci” usa impropriamente la parola codice per i seguenti motivi: ai tempi di Leonardo da Vinci, le pagine scritte messe insieme si chiamavano codici, come i codici delle leggi. Questi dovevano essere chiari e semplici da leggere, perciò nulla hanno a che fare con un vero codice, che viene da “codificare”, cifrare, velare, nascondere, proprio nell’intento di non essere letto da chi la chiave di lettura non conosce. Questa ambiguità, ben utilizzata con il sapore della fantasia, ed altre virtù narrative portarono l’autore del romanzo al successo; occorre però sapere che un “codice Da Vinci” esiste davvero ed è tutt’altra cosa, anni luce più complesso. Il vero Codice Da Vinci è “codificato” nelle opere pittoriche di Leonardo, che personalmente ho iniziato ad osservare già dal 1966.

lo studio del codice da vinci, spiegazione del codice segreto nel quadro della monnallisa Correva l’Anno Domini 1984 quando, studiando alcuni prodotti artistici del neolitico, mi accorsi che essi non erano dei semplici prodotti “artistici”, come di regola siamo tentati di considerar oggi, ma erano qualcosa d’altro, molto di più. Poi trovai che questi artefatti erano delle vere miniere d’informazione codificata, destinati a trasmettere ai posteri messaggi di grande importanza. Arrivò infine l’anno 1991 (settembre) quando, ad un congresso mondiale d’Egittologia, esposi una scoperta dove presentai un antico bassorilievo egizio, dimostrando che esso non era quello che comunemente si credeva: un semplice prodotto artistico, ma un concentrato di conoscenze capaci di stupirci.

Nell’antichità non esisteva “l’arte per l’arte”, concetto di recente acquisizione, ma a quei tempi ogni prodotto aveva un significato ben determinato, contenendo rapporti e proporzioni capaci di trasmettere un messaggio preciso. Ho chiamato questo “Artematica”, ossia “arte matematizzata”. I termini originari dell’ARTE provengono da ORTO, ossia ORTHO, con il senso di totale appartenenza e coerenza al grande principio dell’Ordine. Per il fatto che attraverso la geometria si codificavano o crittavano informazioni, conoscenze o messaggi, ho chiamato questa scienza “Criptogeometria” e il suo supporto operativo “criptogeogramma.”



lo studio del codice da vinci, spiegazione del codice segreto nel quadro della monnallisa Sul percorso del tempo, la remota scienza Artematica criptogeometrizzante man mano fu dimenticata. Ebbe gli ultimi sussulti nel Rinascimento, e fu il gigante Leonardo da Vinci, l’ultimo mohicano della Criptogeometria dei codici segreti, a mettere la firma finale come ultimo superstite detentore di quest’eredità. Il Maestro non si lasciò intimorire e codificò i “principi artematici” nelle sue opere pittoriche.


Il tormentone dell’estate 2006, il romanzo e il film, il “Codice da Vinci” di Dan Brown, mi spinsero a vendicare il Maestro e a far prevalere quello che davvero cela la sua opera segreta: il “vero” Codice da Vinci. Ecco la radiografia della più affascinante avventura del secolo. L’oggetto incriminato è la Monna Lisa, il quadro più enigmatico e famoso della storia. La Gioconda è anche l’opera più ermetica di Leonardo, tanto ermetica da non permettere a nessuno, negli ultimi 500 anni da carpire la più piccola informazione possibile. Un vero mostro di blindata segretezza che rideva in faccia a qualunque temerario. E bene, tutto ciò crollò in una sola notte come la leggendaria Atlantide e all’alba l’enigmatica ed inespugnabile dama rimase denudata dai suoi misteri. Svelai uno dopo l’altro tutti i suoi segreti. La Monna Lisa fu realizzata da Leonardo attorno all’anno 1506. La mia scoperta fu pubblicata nel 2006, ossia 500 anni dopo, proprio l’intervallo di tempo secondo la leggenda, che vede l’Araba Fenice rinascere dalle sue ceneri.


GIOCONDA UNA CATTEDRALE MATEMATICO GEOMETRICA

 

lo studio del codice da vinci, spiegazione del codice segreto nel quadro della monnallisa Ed ecco che trovai. La Monna Lisa non è un quadro ordinario, ma uno molto speciale dove la concezione e l’impostazione concreta nelle sue proporzioni fanno parte di un opera matematico-geometrica colossale. Tutto ma assolutamente tutto nell’apparente e innocente quadro “madre di tutti i quadri” è minuziosamente calcolato alla precisione di un orologio svizzero.


In questo senso la linea dell’orizzonte dietro la Gioconda non è messa là a caso ma in base ad un calcolo preciso. Quella linea dell’orizzonte assieme alla quadratura inferiore del quadro crea un quadrato perfetto, il (criptogeogramma 1). Basterebbe poco che la linea dell’orizzonte fosse più su o più giù che il quadrato non si realizzerebbe. La cosa più sensazionale si manifesta quando alzando in piedi la diagonale del quadrato appena ottenuto, essa combacia perfettamente con l’altezza del quadro. Come mai? Basterebbe soltanto questa relazione per far ancor più immortale un quadro che immortale già lo è.

Ma anche la diagonale del rettangolo superiore nasconde un mistero e non da poco. La sua lunghezza è identica alla distanza che scende dall’occhio della Gioconda fino alla bordura inferiore del quadro. Già da questa partenza Leonardo ci avverte che siamo entrati in un territorio dove lo spazio è diverso, ben calcolato e parte di una visione unica, e che Monna Lisa sarebbe là soltanto come pretesto.


lo studio del codice da vinci, spiegazione del codice segreto nel quadro della monnallisa Povera Gioconda ridotta a una facciata che nasconde dietro una vera “cattedrale matematico geometrica” infinitamente più complessa. Chi lo avrebbe detto? Chi riesce a oltrepassare il sipario, che è la dama stessa, si gode un paesaggio di una bellezza che soltanto la geometria pura può ravvicinare. Nelle fondamenta di questa “cattedrale” è inciso in caratteri “criptogeometrici” il vero codice Da Vinci. Fu per questo che Leonardo portava con sé nell’esilio il suo quadruccio Monna Lisa, che era l’agenda segreta dei tutti i suoi codici o password. D’altronde Monna Lisa vuol dire “Mon esil”.


Prima di svelare gli altri segreti della Gioconda c’è da precisare che il quadro è stato pensato in una “triplice” interpolazione nella triade: Personaggio - Paesaggio - Inquadratura. La triplice chiave permette di entrare nella logica del quadro e far sorprendere i suoi segreti. Per esempio la testa della Gioconda non è piazzata là per caso ma in base ad un calcolo preciso la cui ragione è quella di dividere in tre parti uguali il quadro (cgm. 2). Questa procedura è presente anche nel Cenacolo dove la Centralità di Cristo è evidente.

 



lo studio del codice da vinci, spiegazione del codice segreto nel quadro della monnallisa Per sottolineare questo, Leonardo piazza anche la Gioconda al centro ma, per accentuare di più l’idea, inchioda l’occhio sinistro della donna proprio sull’asse del quadro (cgm. 3). La collocazione è così precisa che l’asse passa proprio attraverso la pupilla dell’occhio. Ci troviamo davanti a due ipostasi, una fisica e una concettuale: quella fisica espressa dall’interesse di Leonardo per l’ottica e i suoi esperimenti, inclusi quelli sull’organo della vista, l’occhio, mentre la seconda è quella concettuale.

Per Leonardo l’Occhio simbolizzava la visione del mondo, la conoscenza che ben centrata, fa vedere la vera natura delle cose. Il sogno di Leonardo era quello di fondere tutti i “punti di vista” in un unico “centro di vista”. In altre parole non rimanere inermi alla fase delle opinioni ma entrare nel profondo delle cose, nella loro essenza che così diventa un “centro di vista”. La nuova origine, quella del centro di vista, genera poi tutte le linee di fuga della prospettiva tanto concettuale quanto misurabile. L’asse del quadro e del mondo nuovamente concepito - Axis Mundi - non poteva non contenere al suo apice l’Occhio della Visione che simboleggiava la Dottrina.





lo studio del codice da vinci, spiegazione del codice segreto nel quadro della monnallisa La zona attorno alla testa della Monna Lisa è molta densa d’informazioni codificate. Per esempio la linea orizzontale tra il margine sinistro del quadro e l’occhio sinistro della Gioconda ha la stessa lunghezza di quella della linea obliqua partita dall’angolo superiore destro e arrivato nell’occhio destro (cgm. 4).

Nella (cgm. 5) le cose diventano più complesse, le due linee oblique che passano per il punto di contatto tra la testa e la linea dell’orizzonte intersecano il corsetto della donna. E, bene, queste due linee sono divise in due parti uguali dalla linea dell’orizzonte. Sarebbe proprio questa linea quella che ha magiche virtù geometriche, perché la larghezza della testa ha la stessa grandezza della linea verticale. E così nasce un quadrato che di sicuro nasconde qualcosa. La sua missione sarà svelata appena quando sarà tirato in giù come una saracinesca sopra la testa della Gioconda. Si resterà stupefati costatando che esso circoscrive perfettamente la testa della donna. C’è da dire che quasi tutti i personaggi leonardeschi hanno la testa inquadrata nelle finestre o in un quadrato o rettangolo più o meno visibile nella loro vicinanza. Questo quadrato alluderebbe al baule del tesoro segreto di Leonardo nascosto simbolicamente nei quadri attraverso codici segreti.

 



lo studio del codice da vinci, spiegazione del codice segreto nel quadro della monnallisa L’impressionante serie di strane ma chiare relazioni matematico-geometriche o criptogeogrammi non finisce qui ma continua come quella del (cgm. 6) dove due segmenti partiti dalle estremità della linea dell’orizzonte e tangenti alla testa si proiettano sul bordo superiore del quadro dividendolo in tre parti assolutamente uguali. Questa precisione porta di sicuro un significato evidente che per il momento ci accontentiamo dalla correttezza dell’operato.

Nel quadro di Monna Lisa, tutto, ma assolutamente tutto, è calcolato e non lasciato a caso. Persino la distanza tra gli occhi della donna, con precisione quella tra le pupille, ha un significato e un ruolo ben preciso nell’economia del quadro (cgm. 7). Questa distanza campione è compressa due volte nello spazio che parte dalla pupilla sinistra arrivando alla punta della testa.

 

 

 

lo studio del codice da vinci, spiegazione del codice segreto nel quadro della monnallisa La stessa linea copre la distanza tra la pupilla destra e la punta del naso. Anche l’apertura della bocca presa come campione è compresa quattro volte nello spessore della testa pur passando sull’asse orizzontale degli occhi (cgm. 8).

 

I CERCHI

 

Il mistero s’infittisce ancor di più all’entrata in gioco dei Cerchi, una delle tre figure platoniche fondamentali. Il primo cerchio è inciso proprio nella sagoma cranica della Gioconda (cgm. 9). È impressionante vedere quanta perfezione circolare sta nella testa del più famoso ritratto di tutti i tempi. La forma geometrica perfetta incastonata nella testa della damigella, contraddice qualunque prospettiva naturale di una calotta cranica presente in quella posizione. E’ evidente che Leonardo era più interessato a quel cerchio che alla testa della Gioconda.

lo studio del codice da vinci, spiegazione del codice segreto nel quadro della monnallisa C’è da chiedersi poi il motivo. La risposta è ovvia; la testa, ossia il cervello, è il luogo della perfezione di cui simbolo per eccellenza è proprio il cerchio. L’iconografia dei cerchi attorno alla testa è un luogo comune di molte culture antiche che hanno come denominatore comune l’esaltazione della Perfezione ossia della Santità.

E così un mio vecchio dubbio cominciava a prendere consistenza; cioè che la Monna Lisa vestiva una triplice identità: Donna, Uomo, e Divinità, ossia il femminile passivo, il maschile attivo e l’androgine l’eterno neutro. I personaggi che li rappresentavano in carne ed ossa erano: la Gioconda, Leonardo stesso e Gesù Cristo, ossia L’Opera (la Gioconda), Il Mezzo (lo strumento - Se stesso) e lo Scopo (Cristo).

Sfortunatamente Leonardo da Vinci fallì sul gradino finale riconoscendo in fin di vita, che “le meravigliose strutture del corpo nulla sono in comparazione a quelle dello Spirito” che non ebbe tempo a catalogarle. E se la legge dell’incarnazione funziona, allora di sicuro, egli si trova da qualche parte a carpire l’errore dell’altra vita, o chissà se non sta ancora diabolicamente perseverando nella fatale attrazione dei geni.

lo studio del codice da vinci, spiegazione del codice segreto nel quadro della monnallisa Il gioco dei cerchi continua. Miliardi di persone hanno visto sul percorso dei 500 anni passati, una linea curva sulla fronte della Gioconda senza capire che quella linea era l’arco di un cerchio. Ebbene, quel frammento fa parte di un cerchio che ha il centro nella punta del mento della donna (cgm. 10). Quello che è interessante è che il suo raggio o diametro é doppio di quello del cerchio della calotta cranica. Questo cerchio rappresenterebbe il Mondo.

Ed infine esisterebbe un altro frammento di cerchio che nasconderebbe un cerchio ancor più grande. Il frammento di partenza si trova nell’arco rappresentato dal corsetto aperto sul seno della Gioconda (cgm. 11). L’enorme Cerchio ha il centro proprio sulla bordura superiore del quadro, ma quello che è impressionante è il fatto che tutti i centri dei tre cerchi si trovano sulla stessa linea. Sbalordisce poi il fatto che i raggi dei tre cerchi sono uno multiplo dell’altro. E' evidente che non è un caso altrimenti per realizzarlo statisticamente sarebbero necessari milioni se non miliardi di tentativi casuali.

 

 

 

lo studio del codice da vinci, spiegazione del codice segreto nel quadro della monnallisa Esiste anche una variante affascinante e piena di significati sulla decodificazione della Gioconda, come quella nel (cgm. 12). Mettendo il compasso nel punto d’intersezione delle diagonali e appoggiando l’altro piede nell’estremità della linea dell’orizzonte, esso descriverà un arco di cerchio assolutamente tangente alla testa della donna. Ma la cosa più interessante è che la prolunga della linea del ponte esistente nel paesaggio passerà precisamente attraverso il punto d’intersezione delle diagonali. Qui sta il mistero, perché in quel punto dietro Monna Lisa sarebbe nascosto nientemeno che il tesoro di Leonardo da Vinci. Lo vedremo presto.

Nel quadro della Gioconda tutto ma assolutamente tutto è codificato. Persino l’orientamento delle mani, specialmente le sue dita, sono portatrici di un messaggio ben preciso (cgm. 13).

 

INTERPRETAZIONI PIU’ PROFONDE

 


lo studio del codice da vinci, spiegazione del codice segreto nel quadro della monnallisa Leonardo da Vinci ha concentrato nella Gioconda la somma delle sue conoscenze, il corollario di tutta la sua vita. Il felice incontro con il matematico Luca Paccioli fu molto prolifico e lasciò le sue tracce profonde. La visione concettuale di Leonardo è estesa e nello stesso tempo ben sintetizzata esprimendo lo spirito del suo creatore. L’ombra di un codice si profila ben delimitata, in una coerenza logica misurabile nel più piccolo dettaglio. Leonardo riesce a scoprire i geroglifi del pensiero universale incanalati nei meandri del grande Logos.

Prendiamo un esempio come quello del criptogeogramma (cgm. 14) corrispondente al cerchio medio, quello del vello. E’ ben visibile che la calotta cranica iscrive fuori del cerchio una prominenza simile ad un petalo di un fiore. E' bene, questo petalo, suggerendo il cervello, entra esattamente 6 volte nella circonferenza del cerchio.

Come mai tanta precisione? Ci troviamo davanti ad una legge geometrico matematica, quella dell’iscrizione ripetuta in un cerchio altri cerchi con lo stesso raggio fino al completamento del cerchio iniziale. Si arriva in finale a quella forma simbolica universale che anche la Lega Padana usa come simbolo.



lo studio del codice da vinci, spiegazione del codice segreto nel quadro della monnallisa A questo punto succede una cosa sorprendente come nel (cgm. 15). Se attorno al cerchio si metteranno uno accanto all’altro, cerchi con il diametro uguale al raggio del cerchio della calotta cranica, allora il gran cerchio sarà riempito perfettamente con 12 cerchietti senza che nessuno spazio rimarrebbe libero o scavalcato. L’interpretazione? La calotta cranica - la Testa - è Cristo mentre i 12 cerchi sono i 12 Apostoli. Nella stessa visione il Cerchio grande è il Cenacolo o la Tavola Rotonda. Il parallelismo con i 12 Cavalieri della Tavola Rotonda è evidente e sembra che Leonardo va ancor più indietro verso le origini assolute dove sulle acque primordiali galleggiava in una Arca il Cobra reale arrotolato su un Disco che poteva essere il Disco di Ra, l’Uovo di Brahma, l’Embrione d’Oro, o l’Uovo Orfico.


Ci troviamo davanti ad un rito d’iniziazione universale dove l’Arca è l’Arco di cerchio, il Cobra è il Soffio e la Sofia, mentre il Cerchio è la sintesi olografica che premette di estrarre la Conoscenza da qualunque frantume d’arco e riportare tutto ciò al Sistema Originario. Proprio per questo si chiama “sintesi olografica circolare”. Leonardo da Vinci era un grande iniziato e sembra che appartenesse all’Ordine dei così detti “Seri” o Shri, i saggi del passato. Era anche uno dei “Giocondi”, un Ordine misterioso il cui scopo era quello della crescita continua attraverso l’esercizio permanente.


lo studio del codice da vinci, spiegazione del codice segreto nel quadro della monnallisa Leonardo era cultore della formula universale: ECSERC ↔ CRESC ossia “esercitarsi per crescere”. Sembra che il nome della Gioconda non sia il frutto delle circostanze, siano esse anche reali ma frutto della sua mente illuminata che lo cercò e creò appositamente per suggerire il gioco che Cristo stesso lo attribuiva alla purezza dei bambini. Ecco perché Monna Lisa si chiama anche Gioconda per dire “giocando”. Solo giocando o ricercando continuamente si trova quello che si cerca. Il quadro della Gioconda era per Leonardo lo strumento su cui esercitarsi quotidianamente. Aveva momenti quando riusciva a vedere tutti i rapporti matematico geometrici insieme e allora la sua mente si allargava in maniera esponenziale. Questo era il “Graal allargatore” delle sue capacità. La sua Monna Lisa diventava un Monlex ossia Mon Lex, cioè la “mia legge”. Il Monlex era per Leonardo il metodo e lo strumento per arrivare al Graal. Ma prima doveva passare attraverso la legge dei Triangoli.

 

 

I TRIANGOLI

 

lo studio del codice da vinci, spiegazione del codice segreto nel quadro della monnallisa La cosa più impressionante nel quadro della Gioconda è che esso, a prima vista, non lascia intravedere nessun indizio geometrico al quale agganciarsi. Tutto fu appositamente concepito per mantenere più a lungo il segreto. L’unica linea debole e un po’ storta é la linea dell’orizzonte. Però ad un occhio più agile non scappa il fatto che nella parte inferiore del paesaggio c’è un rettangolo orizzontale molto lungo ed esteso, quasi da un lato all’altro del quadro. Sarebbe la balaustra, del balcone del palazzo nel quale la Gioconda si trova.


Quale sarebbe il mistero di questa balaustra? Prima, per inquadrare il quadro vedi anche la similitudine semantica: quadro – inquadrare. L’inquadramento del quadro avviene attraverso due colone invisibili nelle estremità della balaustra i cui resti dei capitelli sono ancora visibili. Così si vuole dire che il quadro è ben delimitato dalle colonne. Ma la cosa più interessante è il fatto che prolungando le proiezioni angolari esistenti alle estremità laterali della balaustra, queste si uniscono in un punto proprio sulla linea superiore del quadro. Coincidenza? No! Ma calcolo preciso, perché quell’angolo, assieme alla linea orizzontale, serve a realizzare un triangolo equilaterale perfetto (cgm. 16). E’ il Triangolo della Perfezione ed ha molti significati.



lo studio del codice da vinci, spiegazione del codice segreto nel quadro della monnallisa Se poi si portano le diagonali del quadro esse s’incroceranno nel petto della Gioconda che ha proprio la forma del cuore. La cosa più spettacolare appare alla constatazione che la parte superiore delle diagonali interseca i lati superiori del triangolo proprio sulla linea dell’orizzonte. Le diagonali del quadro sono concepite in stretta relazione al triangolo equilatero, così che esse sono un multiplo perfetto dell’altezza dello stesso triangolo.


Ma il triangolo della Perfezione è anche il depositario di un segreto terribile – la Sezione Aurea portatrice del Numero d’Oro o il numero di Fibonacci 1,618030… Ecco dove è nascosta la straordinaria relazione; la base del triangolo divide il quadro in due parti, quella superiore e quella inferiore più piccola. Il loro rapporto dà il valore 1,618.. Incredibile. Questo criptogeogramma enormemente complesso è degno si, del nome di Leonardo da Vinci.

 

 

 

Ed infine il cerchio che circumscrive il triangolo interseca i bordi del quadro in 6 parti uguali (cgm. 17). lo studio del codice da vinci, spiegazione del codice segreto nel quadro della monnallisa Sono proprio i sei punti di contatto che nascono alla sovrapposizione rovesciata di due triangoli equilaterali – la famosa Stella di Davide. Siamo all’ennesima dimostrazione che Leonardo da Vinci ha concepito il quadro della Monna Lisa secondo i canoni geometrici delle vecchie cattedrali e che dietro il sipario rappresentato dalla Gioconda splende una vera cattedrale geometrica.

Tutti i criptogeogrammi sono come un puzzle che assieme compongono una costruzione logico-matematica geometrica impressionante. Questo è il vero Codice Da Vinci. Per distinguersi dalle elucubrazioni precedenti esso si può chiamare anche “Codice Da Vinci-Droj” dopo il nome del suo scopritore. E poi mai nella storia è successo che un quadro di totale banalità incifrasse in comuni tratti mortali la più straordinaria complessità matematico geometrica che la mente umana abbia mai realizzato. Il codice criptogeometrico di Leonardo da Vinci nel suo splendore è soltanto un sottocodice, la pallida ombra di un CODICE UNIVERSALE – mistero dei misteri, ma non per chi, di proprio pugno, ha rotto il sigillo di Leonardo da Vinci.

 

lo studio del codice da vinci, spiegazione del codice segreto nel quadro della monnallisa

 

 

codice
Il presente articolo è tratto dal libro dell'autore CODICE UNIVERSALE Sottocodice DA VINCI.


Roma il 14. 12. 2006

 

Autore: Vasile Droj
Fondatore Universologia - Roma
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