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ANTICHI SAPERI E TECNOLOGIE TRASCENDENTI (2)
CULTURA TERRAMARE (1500 a.C.)

 

TROVATO PROTOTIPO MOTORE ANTIGRAVITAZIONALE
DERIVATO DALL'IPERGEOMETRIZZAZIONE SINTETICA DELLO SPAZIO

FORME OVOIDALI GENERATRICI DI MOTO PERPETUO

AUTORE VASILE DROJ

   Nel primo articolo si è visto che lo straordinario “pettine” dell’antica cultura Terramare riproduce il prototipo della Vimana così come tramandato dai testi Rig Veda, e che i tre rispettivi motori sono dei veri “universaloidi”, energie vorticoidali perfezionate. Le rispettive forme circolari indicano anche lo stato quantico, il passaggio dalla rigida forma materiale allo stato energetico ondulare. L’oggetto nella sua integralità fu ristrutturato geometricamente secondo principi unitari della “geometria embrional sintetica” capace di accumulare, assemblare e sublimare le energie.

Ulteriormente emergono nuovi elementi di straordinaria rilevanza.

LA GEOMETRIA EMBRIONAL SISTETICA

01  Come ho detto nel primo articolo, le ciclopiche strutture megalitiche dell’antichità sono troppo mastodontiche, piate e quasi senza spazi vuoti all’interno. Sembrano degli enormi scatoloni che non contengono niente come se il loro prezioso contenuto fosse tutto nascosto e concentrato nella loro forma geometrica. Di più i rispettivi siti archeologici e il loro dintorno sono privi di tracce, istrumenti o altri mezzi. Passarono migliaia di anni senza avere la risposta finché nel lontano 1984 trovai la soluzione che giaceva non tanto nella massiccia corposità delle piramidi quanto nella loro forma geometrica individuale e la loro interrelazionalità topologica. Questo corrispondeva ad un’tut’altra impostazione geometrica derivata da una “geometria embrional sintetica” oggi sconosciuta. La seconda chiave era numerica riguardante i valori numerici che incorporano i rispettivi monumenti e corrispondenti a un “sistema di quantificazione universale”. In fine la terza chiave era linguistica conducente a un “codice linguistico ancestral universale”.

   Con questi tre elementi riuniti gli antichi degli antichi riuscirono carpire i più grandi segreti della Natura e dell’Universo, studiarli e poi applicarli. Per tramandarli ai posteri costruirono delle grandi piramidi, dove depositarono i supremi segreti mentre per uso domestico scogitarono apparecchi per accorciare lo spazio, vincere il tempo e imprigionare o sprigionare l’energia. Tra questi artefatti entrerebbero anche le vimane il cui prototipo è sinteticamente racchiuso nella forma del “pettine” di Terramara di Montale. Il “pettine prototipo” non smentisce le sue virtù geometriche. Si è visto che tra i centri dei tre cerchi (universaloidi) considerati come generatori energetici si crea un triangolo. Tra il centro del cerchio superiore e la base del pettine sopra i denti si realizza un altro triangolo. Riunendo con delle linee l’estremità delle loro basi si crea una piramide trasparente avendo gli angoli di base niente meno che gli stessi della piramide di Cheope 52°-53°.
Interessante, anzi interessantissimo, tenendo conto che in gioco è la piramide. Si prova così che i tre generatori energetici sono in relazione al “principio archetipico” della piramide di Cheope e che gli angoli, specialmente quello superiore, sono grandi generatori di energia. Siccome i denti del pettine, ossia i jet dell’astronave si trovano sotto la base della piramide, dimostra che una piramide ben 02costruita potrebbe annullare la gravità volando come nel film “Star Gate”.  Per capire meglio i segreti del prototipo del motore antigravitazionale ripercorriamo di nuovo il testo di Rig Veda: “O benedetto, che elargisci benefici, possa tu mettere in moto quel carro cosmico che misura lo spazio dotato di sette anelli, unico nell’Universo che va in tutte le direzioni” (Rig Veda II, 40). La chiave del segreto è l’espressione “..carro cosmico che misura lo spazio..”. Misurare lo spazio vuol dire ricostruirlo, sottometterlo alle leggi, padroneggiarlo, addirittura accorciare lo spazio-tempo. Questo però non è possibile senza la geometria, di9 sicuro non quella che conosciamo o almeno non secondo le attuali impostazioni. Questa geometria e sintetica e sistemica.

   Ecco i primi passi. Se si prende la lunghezza della base del pettine che rappresenta anche la base della piramide e si alza in verticale, allora essa arriverà esattamente alle due estremità superiori laterali della base della cupola. Non solo ma la linea orizzontale passerà esattamente alla base interna vuota della cupola. In più tutto questo tracciato descrive perfettamente un quadrato. Ora é ovvio che l’antico pettine non è uno qualunque. Tracciando le diagonali del quadrato appena formato si rimarrà sorpresi costatando che esse passano attraverso i centri dei due cerchi basali, i generatori di energia della nave. Questo non è coincidenza, siamo pienamente entrati nei segreti più profondi del motore antigravitazionale. Interessante poi che l’intersezione delle diagonali si realizza proprio sulla periferia (in basso) del cerchio superiore mentre la linea orizzontale che attraversa il medesimo centro, separa tangenzialmente i tre cerchi. E come non bastasse, la linea orizzontale superiore del quadrato e quella centrale si sovrappongono sulle quattro escrescenze laterali della vimana. Questo è il cosiddetto quadrato della “sala macchine”.

  Per realizzare una simile coerenza geometrica, il caso è del tutto escluso dimostrando che dietro c’è un’intelligenza che ha progettato e calcolato tutto. E siamo appena all’inizio.

IL RETTANGOLO EGIZIO – RETTANGOLO DINAMICO

03   Che siamo davanti ad una mappa codificata, non c’è dubbio ed è chiaro che il creatore del “pettine prototipo” vuole condurci passo a passo verso il ”tesoro”, anche perché ogni geometria di per se è fortuita, obbligatoria e perciò l’arrivo è scontato. Una volta individuato il quadrato, abbiamo la svolta decisiva, un salto di qualità straordinario. Se il quadrato delimita la “sala delle macchine”, i motori, allora anche la parte soprarestante, ossia la cupola o la cabina dei piloti, richiede la sua collocazione e giustificazione razionale. Per individuarla basta alzare in verticale una delle diagonali (a) per ottenere automaticamente l’altezza di un rettangolo la cui altezza stranamente non arriva alla parte superiore esterna della cupola ma soltanto fino alla sua parte interna ossia al soffitto della cabina. Questo è il cosiddetto “rettangolo dinamico” chiamato così perché dinamizza la diagonale del quadrato. Personalmente ho scoperto che fu utilizzato nell’antico Egitto già dall’epoca pre dinastica, trovando tantissime prove del suo uso nell’oggettistica: statuine, troni, portali, e dalle piccole costruzioni fino alla sua magistrale trasposizione topografica nella Piana di Giza, avendo la Sfinge come testimone.

   Se si tracciano le diagonali del nuovo rettangolo appena formato si rimane di stucco costatando che esse passano milimetricamente proprio per il centro del cerchio superiore. Incredibile tanta perfezione per un semplice e involuto pettine dell’Epoca del Bronzo. Non è possibile a caso tanta coincidenza, qui siamo davanti ad un lavoro intelligente, razionale che denota un progetto. Tutte le relazioni messe in evidenza esprimo qualcosa di preciso sia nella struttura che nella funzione di questo motore di sicuro antigravitazionale. Già Rig Veda lo chiamava “carro che misura lo spazio”. Qui lo spazio misurato geometricamente è il proprio spazio interno del veicolo. Quando tutto lo spazio, la materia e l’energia contenuta sono perfettamente calibrate, allora il veicolo entra in risonanza diventando senza peso come i neutrini che vanno in tutte le direzioni volute. Sapevano qualcosa gli Dei egiziani Nether Oua ossia gli “eterni neutri dell’etero come l’Uovo”. Ecco il supremo principio. A questo punto le energie dei motori vorticoidali si calibrano in puri e neutri cerchi concentrici radianti come quei tre dipinti sul pettino, ossia come i “universaloidi radianti”.

RADIANZA RISONANTE - I CERCHI MAGICI

04   Per realizzare lo stato vibratorio di radianza risonante, quando la massa annulla peso, si deve portare l’aggregato in una struttura geometricamente connettiva, dove ciascuna parte ha un preciso rapporto geometrico matematico con tutte le altre parti e nello stesso tempo con il sistema intero. A questo punto la realtà si dispone in cerchi concentrici. E’ il momento che innesca il miracolo quando il composto diventa un’altra cosa quasi cambiando natura. La Materia, lo Spazio, il Tempo e l’Energia cambiano connotati. Ecco spiegato il mistero dei cerchi concentrici della Vimana.
La struttura della Vimana è concepita in cerchi concentrici come d’altronde sono i suoi motori. Il punto attorno a cui gravità la concentricità è il centro del motore superiore. Da questo cuore pulsante partono centri concentrici che racchiudono prima la materialità dell’astronave. Il cerchio esterno ingloba tutta la macchina dal tetto della cupola fino alla base del “pettine” toccando precisamente gli angoli puntati. Il secondo cerchio interno passa lungo il soffitto interno della cupola riunendo le punte dei quattro arti laterali della nave per finire tangenzialmente sulla linea orizzontale della base del pettine formatta da puntini. Incredibile come tutte le particolarità morfologiche sono accontentate dei due cerchi.

  Sempre a proposito della struttura del veicolo sono anche le due aperture ovali laterali che non sono casuali, ma hanno l’apertura uguale alle dimensioni delle tre ruote del motore. In loro si iscrivono perfettamente cerchi uguali al diametro dei motori. La perfetta curvatura dei puntini indica i cerchi mancanti. Interessante poi il fatto che l’altezza dentro il cupolone è proprio uguale al diametro di un simile cerchio. Tutti questi cerchi sono equidistanti dal centro del generatore centrale permettendo l’iscrizione tra loro  di un altro e ultimo cerchio tangente agli altri. Per questo è chiamato ”Anello di sicurezza”.

IL MISTERO DELLA CUPOLA - L’OVOIDE DI MOTTO PERPETUO
LA PIRAMIDE LASER

05   Tutta questa enorme complessità matematico geometrica è concentrata preponderentemente nella sala macchine del veicolo. La cupola o la cabina dei piloti è ancor tutta da scoprire. La forma generale della cupola allude a un capello ma specialmente ad un meta uovo. Fu quest’ultima l’idea che mi spinse a seguire il “prolungamento immaginario“ della linea ovoidale verso l’interno del congegno nella direzione della sala macchine. Scoprii che il contorno della Cupola apparteneva ad’un Ovale in piedi la cui parte inferiore si appoggiava sulla linea ipotetica orizzontale tra i due centri dei cerchi-motori inferiori. E come ogni cupola è  spaziale, indiscutibilmente ovoidale la forma completa doveva corrispondere ad un ovoide.

   Nella teoria generale delle forme, l’ovoide corrisponde al principio di conservazione e alla gestazione delle energie, proprio come fa un uovo che preserva la vita del futuro volatile. Ora la domanda è: avrebbe la rispettiva capsula ovoidale la capacità di preservare anche le energie dei piloti se no addirittura di amplificarle? Sembra di si. Appena tracciai la forma ovoidale finale della cupola capii subito tutto il mistero anche perché in una cosa simile mi imbattei nel 1988 quando un oggetto ovoidale, la placchetta di una chiave alberghiera, si mosse da sola all’infuori della serratura per otto giorni senza fermarsi. Un gran miracolo che neppure CICAP riuscì a spiegare o contraddire. Fortunatamente filmai l’evento come visibile nel video qui presente.

   Analizzando la frequenza delle oscillazioni della placchetta ovoidale trovai 108 battiti al minuto e rimasi sorpreso poiché 108 era il numero cerimoniale del ritmo, presente da migliaia di anni nelle tradizioni antiche sia orientali sia occidentali cristiane. Ogni persona che conta in maniera naturale, in un minuto conta fino a 108. Dagli studi intrapresi trovai un valore costante compresso tra 107,2 - 107,3 frequenze al minuto.

06   Queste osservazioni dimostrano che la cabina dei piloti a forma ovoidale fu appositamente costruita con quella forma, proprio per potenziare le facoltà dei piloti, immergendogli nella misteriosa energia incessante emanata dall’ovoide nello stesso modo come la placchetta ovoidale della famosa chiave che non si fermo otto giorni. In più la frequenza di 108 battiti minuto serviva a pilotare la nave attraverso il potere del linguaggio - la Parola.

La piramide laser

   Come si è visto, l’Uovo si appoggia sulla linea che unisce i due centri dei motori inferiori su quali si appoggia anche la piramide di Cheope che ha la punta nel centro del motore superiore. La linea verticale che parte dal tetto della cupola finendo nel centro del cerchio superiore è uguale in lunghezza con le due linee della piramide. Questo esprime un equilibrio tra la parte energetica dei motori e la parte superiore superenergetica della cabina dei piloti, appunto l’ovoide. Ultimamente alcune antiche piramidi in diversi parti del mondo si sarebbero attivate emanando raggi luminosi espulsi dalla loro cima come nel Mexico o in Bosnia. Sarebbe questo il principio immortalato nel “pettine prototipo”? La mancata punta della piramide di Cheope si riferisse a questa misteriosa funzionalità? Alla fine del secondo Millennio e l’inizio del terzo Millennio, nella notte del 31.12.1999 si voleva mettere una punta d’oro in cima alla piramide di Cheope ma chiesi agli organizzatori di non istallarla perché avrebbe sconvolto gli equilibri planetari, in quanto il vertice di Cheope fosse il punto di comando. Ora ci sono più elementi per capire e valutare la situazione. Nel mio libro “Guerre solari - l’Impero e la Fondazione degli universologi” descrivo la procedura di riattivare le piramidi di Giza e della Sfinge.

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20.03.2012

Vasile Droj
Ricercatore transdisciplinare del Centro Universologico di Roma

www.universology.com email vasidro@tiscali.it

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